Let’s Play/Game On

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«Opera d’arte o macchina? Il video game è una creatura ibrida, che prende il nome dall’accostamento di due parole, e l’identità dall’incrocio di molteplici linguaggi e tecnologie».

Da domani, potrete decidere da soli cosa pensare del medium del futuro, provando oltre 100 giochi alla mostra interattiva Game On, in arrivo allo Spazio Eventi Tirso di Roma, fino al 6 giugno.

E se non vi bastasse ripercorrere la storia del mezzo videoludico da Pac-Man fino a Minecraft, potrete conoscere meglio lo stato dell’arte al Guido Reni District, dove si terrà il festival Let’s Play dal 15 al 19 marzo. Tra un’anteprima, un torneo e un laboratorio, l’ex-caserma ospiterà anche il premio Drago D’Oro, l’oscar italiano del videogioco.

A riprova della crescita del panorama dello sviluppo nostrano, la rosa dei finalisti per il miglior videogame prodotto nel bel paese è di tutto rispetto. In particolare, spiccano tre titoli: The Town of Light, un affascinante horror ambientato nel manicomio di Volterra nella prima metà del 900; Redout, racing game futuristico che ci restituisce la velocità e i tracciati impossibili di WipeOut e, infine, Little Briar Rose, un’avventura dalle atmosfere fatate con uno stile che ricorda Child of Light, ma un tono che non si prende mai troppo sul serio.

Se vi sentite disorientati dall’improvvisa intensità dell’offerta videoludica della capitale, ho anche il libro perfetto da segnalarvi. Video Game Diaries è una guida al mondo dei videogiochi pensata proprio per districarsi in questa giungla di pixel e nerd. E giuro che non è un consiglio di parte.