WIPEOUT DECEIT

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Ascoltare con gli occhi, e persino vedere il futuro con un joypad tra le mani. La sinestesia veniva già usata da Shakespeare, così come dai simbolisti o dai guru psichedelici, ma con i videogame è diventata una realtà per tutti. E quando si parla di sinestesia in ambito videoludico, vengono subito in mente piccoli capolavori come Rez o Lumines, che ne hanno fatto un cavallo di battaglia. Spesso si dimentica che sono tanti i modi in cui, già in precedenza, la sintesi tra diverse percezioni sensoriali si era imposta come colonna portante di un’idea di successo. Wipeout era uno di questi casi.

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Era il lontano 1995. Il cupio dissolvi del grunge aleggiava ancora nell’aria e una generazione cresciuta a pane e 8-bit a volte finiva per allontanarsi dai videogiochi sulla soglia dell’età adulta. Per lo meno fino all’arrivo di quell’oggetto volante non-identificato: un insieme di poligoni che roteava sugli schermi dei negozi di hi-tech, mettendo in mostra la livrea e il profilo spigoloso della carrozzeria.

Le piste erano talmente veloci da far lacrimare gli occhi, il sistema di guida non aveva niente di realistico e, mentre l’hovercraft scivolava a mezz’aria, si poteva persino far esplodere gli avversari a suon di missili. E tutto mentre si veniva percossi da una scarica di electro che faceva salire i BPM come una specie di Red Bull sonoro. L’era degli unplugged era finita, anche la musica stava per diventare digitale, e in molti, moltissimi, avevano appena trovato la loro nuova console, una console per adulti.

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Primo titolo non giapponese per Playstation, Wipeout – racing game futurista – ha accompagnato la console nel suo lancio europeo e da allora è riapparso con ogni nuova versione della macchina Sony, confermandosi per anni tra le killer-application. All’epoca si distinse non solo per i fantastilioni di vendite, ma per un tour trionfale in club di alto profilo e collaborazioni illustri con il gotha del big-beat (tra cui Fluke, Chemical Brothers, Prodigy), oltre che con i grafici di The Designers Republic.

Il gioco apparve persino in versione arcade, in un film che ben documenta lo zeitgeist del periodo: Hackers. In pratica, Wipeout fu un’incarnazione perfetta, seppur ottimista, di cosa avrebbe rappresentato il brand Playstation. Perché non si limitò ad attrarre i “casual gamer”, ma offrì una nuova esperienza di gioco, veloce, tagliente e aggressiva, che fondeva la musica e la tecnologia, lo stile e la sostanza. In pratica, riuscì a far sembrare figa della roba da nerd prima che arrivasse The Big Bang Theory.

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Inoltre, Wipeout segnò il successo planetario di Psygnosis, rimanendo il suo prodotto migliore anche negli anni a venire. Il marchio inglese era noto al grande pubblico soprattutto come publisher di Lemmings, ma già in precedenza si era affermato per i suoi alti standard in ambito tecnologico e grafico, con titoli come Obliterator e The Shadow of the beast.

Nei primi tempi, uno dei tratti peculiari della softco era avere stabilmente degli artisti in-house, e tra questi figurava anche Jim Bowers, concept-artist di Matrix Marauders. Il gioco per Amiga e ST, nonostante l’aspetto severo e scarno, fu la prima fonte di ispirazione per i veicoli armati di Wipeout, e una serata al pub tra lo stesso Bowers e il game-designer Nick Burcombe, diede origine al nome della serie e al coinvolgimento dei Prodigy nella colonna sonora. Partendo da quel pub, Psygnosis fece molta strada e, anche quando divenne Studio Liverpool, continuò a sfornare nuovi episodi del racing game.

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Nonostante la sua visione avesse perso un po’ di smalto, la serie è proseguita fino al 2012, quando la casa di sviluppo ha chiuso i battenti, ennesima vittima della crisi. Pare che al momento del tracollo, stesse lavorando proprio a un nuovo Wipeout per il lancio della PlayStation 4. I fan della serie si sentono orfani, e da lunghi mesi si stracciano le vesti sui forum. In questo caso, però, invece di dedicarsi a una campagna su Change.org, qualcuno ha riacceso la brace della speranza facendo circolare in rete le immagini di un nuovo episodio: Wipeout Deceit.

Già, “deceit” come “inganno”, perché quello che sembrava un leak di file originali, con alcune splendide immagini dei veicoli, di una pista in notturna, e degli sponsor della lega anti-gravità, si è poi rivelato il frutto degli sforzi di uno studente di design di Düsseldorf. Abbastanza per far sognare i fan, che ancora attendono un annuncio all’ultimo minuto da Sony.

La lega anti-gravità è lieta di darvi il benvenuto nel gioco immaginario più atteso dell’anno: Wipeout Deceit.